LA VERA PASTICCERIA NAPOLETANA NEL CUORE DI TREVISO
Pasticceria Savoia Di Immobile Gennaro
Viale Felissent Gian Giacomo, 53
31100 TREVISO
Tel.: (+39) 0422-305585
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Gennaro Immobile
STORIA DELLA PASTIERA NAPOLETANA
Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana.
Pare che a questo punto il Re esclamasse:
"Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
Pare che a questo punto il Re esclamasse:
"Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
STORIA DEGLI STRUFFOLI
Due famosi trattati di cucina del 1600, il Latini e il Nascia, citano come “strufoli - o anche struffoli - dei dolci preparati alla stessa maniera degli struffoli napoletani anche se la loro invenzione pare non sia attribuibile ai napoletani ma ai Greci ed è dal greco che deriverebbe il nome “struffolo”: precisamente dalla parola “strongoulos”, arrotondato. Come sempre accade nella incertezza delle origini la fantasia trova terreno fertile e quindi si passa dal supporre che derivi da strofinare, il gesto che compie chi lavora la pasta per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in palline e chi invece ritiene che la radice di struffoli sia da collegare allo strutto (il tipo di grasso con cui per la ricetta originale vengono fatti e in cui vengono fritti e vi assicuro sono tanto più buoni. Gli struffoli si trovano pure a Palermo, d'altronde il Regno delle due Sicilie aveva Napoli come capitale, ma con la variante della perdita di una f “strufoli”.Nella preparazione degli struffoli in cui come al solito eccellevano le nonne e da cui tutta la città ha ereditato una, mille e più ricette con qualche piccolo e tramandato segreto, ciascuna pallina prima di friggerla viene tagliata sapientemente a mano in formato piccolo perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele che deve essere abbondante. Nella ricetta degli struffoli trovano posto arancia e cedro candito, ma la parte del leone come nella pastiera e nella sfogliatella la fa la zucca candita. E' un dolce di lunga conservazione ed è consuetudine dei più piccoli piluccarne di tanto in tanto qualche pallina per soddisfare la golosità.
giovedì 7 gennaio 2010
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La tanto reclamizzata abilità napoletana, se la valuto dall'acquisto del pubblicizzato "casatiello" Pasquale che ho comperato è stata totalmente abusata! Il castello era misero pane senza salame e senza pecorino, caro (24€ al kg). Una vera presa per il n..o!
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